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ABDUL, Paula: Forever Your Girl (1988)

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Titolo:  FOREVER YOUR GIRL

 

Artista: ABDUL, Paula

 

Etichetta:  Siren

 

Anno:  1988

 

Genere: DANCE

 

Provenienza:  

S. Fernando, California (USA)

Il primo disco della coreografa, ballerina e, sì, anche cantante (ma meno…), Paula Abdul, è stato uno dei più grandi successi commerciali degli anni ottanta.  In pochi ci avrebbero scommesso: la Abdul si era fatta una solida fama come coreografa di molti concerti e video di artisti di primo piano, da Janet Jackson a George Michael, dai Duran Duran a Warren Zevon, passando dai Jacksons e dagli ZZ Top, ma il suo nome era conosciuto solo agli addetti ai lavori e, invece, ignoto al grande pubblico. Probabilmente a un certo punto la Abdul si deve essere chiesta per quale motivo, pur avendo maturato una approfondita conoscenza dei meccanismi di costruzione dei successi musicali, dovesse continuare a mettersi al servizio di altri artisti invece di sfruttare le proprie capacità per sé stessa.  In realtà non aveva mai cantato prima dei 25 anni e non era neanche particolarmente dotata dal punto di vista vocale; ma aveva una feroce determinazione ed una capacità lavorativa fuori dal comune che applicò al canto, lavorando per molti mesi ad affinare la propria tecnica prima di dare alle stampe, nel 1988, Forever Your Girl, per la produzione di LA & Babyface.  Ovviamente si trattava di purissima musica dance.

L’inizio fu più che difficile: la casa discografica (la Virgin) sbagliò il singolo su cui puntare, impostando tutta la promozione su Knocked Out, un buon brano che, tuttavia, non riuscì ad attrarre l’attenzione del pubblico. Risultato: il disco sprofondò nel più assoluto anonimato e vi restò nascosto per parecchi mesi dopo la sua uscita.  Quando ormai, probabilmente, la Virgin aveva archiviato la pratica, qualche dj radiofonico il cui nome non è stato tramandato cominciò a programmare un’altra canzone del disco, Straight Up, effettivamente il brano migliore dell’album, giocato su toni bassi, molto ben scandito, con echi percuttivi alla Prince e tutti, gli strumenti, tranne la chitarra di Dann Huff, sintetizzati.  La popolarità del brano si sparse a macchia d’olio, grazie al passa parola, e la Virgin fiutò il cambio del vento e si buttò su Straight Up, promuovendolo a nuovo singolo.  La canzone schizzò immediatamente al primo posto in classifica (oltre un anno dopo l’uscita dell’album!), presto seguita dai successivi tre singoli pubblicati (Forever Your Girl, Cold Hearted e Opposites Attract).  Alla fine Forever Your Girl conquistò sette (7) dischi di platino RIAA e un Grammy per il miglior video (Opposites Attract).

Se la storia del disco meritava di essere raccontata (sono pochissimi i casi di successo “a rilascio ritardato”), bisogna riconoscere che molto meno interesse suscita l’ascolto della musica: batteria programmata elettronicamente, basso in evidenza, chitarra solista sullo sfondo, voce molto convenzionale e poco incisiva; tipico prodotto del funky anni ottanta, stile famiglia Jackson, a partire dal capostipite Michael, ma con un occhio a Janet.

Non tutti i brani che sono piaciuti al pubblico americano, a mio modo di vedere, meritavano tanto successo: Opposites Attract, ad esempio, un duetto con The Wild Pair, è decisamente anonima, e anche Cold Hearted è piuttosto stucchevole.  E’ invece vivace la title track e abbiamo già detto di quanto sia buona Straight Up.  Una menzione meritano anche il funky elettronico della iniziale The Way That You Love Me (prima manifestazione di una formula musicale che sarà poi molto abusata nel prosieguo del disco); il sax della altrimenti banale I Need You e il ritmo da ballad di Next To You.

Complessivamente un disco per appassionati del genere dance ritmata e devitalizzata, costruito freddamente a tavolino da una business woman.  Da segnalare che Forever Your Girl, Opposites Attract e The Way That You Love Me sono state scritte da Oliver Leiber, il figlio del mitologico Jerry Leiber (metà di Leiber-Stoller, ditta che ha composto un’incredibile quantità di hits negli anni cinquanta e sessanta).

 

Voto: 5

 

Roberto Cappelli  

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