ABBA: The Album (1977)
Titolo: THE ALBUM
Artista: ABBA
Etichetta: Epic
Anno: 1977
Genere: POP
Provenienza:
Stoccolma (SVE)
Formazione:
Agnetha FALKSTOG (voce)
Anni-Frid LYNGSTAD (voce)
Bjorn ULVAES (chitarra)
Benny ANDERSSON (piano)
Per gli ABBA, che hanno attirato in egual misura gli strali della critica e la passione dei fans, The Album costituisce il disco della maturità e, anche se molti appassionati potrebbero non condividere questo giudizio, il culmine della loro parabola musicale.
E‘ il quinto lavoro del gruppo svedese, pubblicato nel 1977 in simultanea con un pretenzioso film incentrato su di loro chiamato The Movie. Al momento della sua uscita gli Abba stavano verosimilmente sperimentando i primi dissapori: le due coppie scricchiolavano, e questa circostanza non restava confinata alle mura domestiche, sia perchè i quattro svedesi dovevano sottostare alle leggi del divismo, secondo le quali nulla è privato per le persone famose, sia perchè loro stessi avevano costruito la loro immagine facendo molto leva sulla rappresentazione della felicità coniugale: belli, ricchi, famosi, bravi e innamorati. Questo erano gli Abba per il loro pubblico.
Tuttavia, come detto, le iniziali tensioni non si ripercossero sulla qualità del loro lavoro. La prima cosa degna di nota di The Album è la elegante copertina, forse la migliore tra quelle della discografia degli Abba, che va di pari passo con il tentativo di togliere un po’ di quella glassa kitsch e zuccherosa con la quale spesso erano confezionate le canzoni del gruppo. Bjorn aveva riconosciuto che prima di questo disco per loro “il suono delle parole aveva più importanza del loro significato”; qui, soprattutto in brani come The Name Of The Game o One Man, One Woman, si coglie il tentativo di superare la assoluta banalità dei testi.
Il brano che apre la raccolta è The Eagle (originariamente intitolata High High), ispirata a Bjorn dal libro Il Gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach, una melodia ben costruita e ampia, male assecondata da una sezione ritmica un po’ pesante, ma nel complesso un brano senz’altro ben riuscito; così come The Name Of The Game, più elegante degli standard Abba, con il corpo del brano che non è solo una preparazione per il ritornello, ma una ambiziosa orchestrazione vocale. Interessante anche il trattamento melodico di Take A Chance On Me, dotata di quella capacità “infettiva” propria delle canzoni degli Abba (quando entra in testa non ne esce più) e con le voci maschili in un’originale contrappunto ritmico all’andamento galoppante del ritornello disegnato dalle voci femminili.
Move On, in apertura del secondo lato (quando i dischi avevano due lati…) ha una accattivante melodia, nella quale si percepisce l’impronta europea, mentre la successiva Hole In Your Soul, pur con qualche interessante intuizione nel ritornello, convince di meno, divisa com’è tra una parte intimistica ed una, quella principale, basata su di un incessante tappeto ritmico.
The Album si chiude con un mini-musical in tre canzoni, molto condizionato dalla forma para-Broadway, sin dalla iniziale Thank You For The Music, la più interessante delle tre; buoni spunti melodici in I Wonder, mentre la drammaticità di I’m A Marionette mal si concilia con il mezzo discografico.
Spinto da una campagna pubblicitaria martellante, The Album ebbe un immediato successo e fu, come da regola, bacchettato dalla critica (secondo Melody Maker è addirittura il peggior disco degli Abba...).
A mio modo di vedere, gli Abba sono il tipico gruppo del quale è saggio comprare una delle molte antologie che sono state di tempo in tempo pubblicate, ma per i puristi che volessero procurarsi i dischi originali, questo è probabilmente quello da cui cominciare.
Voto: 6,5
ROBERTO CAPPELLI
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