ABC: How To Be A Zillionaire! (1985)
Titolo:
HOW TO BE A ZILLIONAIRE
Artista: ABC
Etichetta: Mercury
Anno: 1985
Genere: POP / DANCE
Provenienza:
Sheffield (UK)
Band:
Martin FRY (voce)
Mark WHITE (tastiere)
EDEN
David YARRITU
Terzo disco del gruppo di Sheffield, How To Be A Zillionaire ha il sapore del ritorno a casa del marito fedifrago dopo una sbandata passionale. Gli ABC erano diventati un caso nel mondo della pop dance anni ottanta grazie ai perfetti meccanismi del primo, acclamatissimo album, The Lexicon Of Love (1982), che aveva aperto una via – quella del soul bianco, con meno passione e più eleganza formale rispetto al sound nero - sulla quale molti dopo di loro si incamminarono. Molti, ma non gli stessi ABC, che, con una mossa a sorpresa, con il secondo disco (Beauty Stab - 1983), virarono con decisione verso sonorità glam (negli anni settanta lo si definiva “rock decadente”) alla Roxy Music.
Il coraggio, perchè tale fu, in questo caso non fu premiato: Beauty Stab, che a mio modesto avviso era un gran bel disco, fu rifiutato da chi aveva amato The Lexicon Of Love senza trovare molti estimatori altrove. Comprensibile, quindi, che il buon Martin Fry non se la sentisse di immolarsi nuovamente per le proprie idee e ritornasse alle ispirazioni originali con questo terzo lavoro.
Il “nocciolo duro” del gruppo per questo disco è ridotto allo stesso Fry e a Mark White, a causa dell’uscita di Stephen Singleton. Nel gruppo entrarono, ma in veste di comprimari, il texano David Yarritu e una ragazza che si faceva chiamare Eden, all’anagrafe Fiona Russell Powell; “Abbiamo tenuto delle audizioni – spiegò White – e dopo aver visto centinaia di candidati io e Martin abbiamo deciso che per gli arrangiamenti potevamo fare da soli, mentre per tutto il resto preferivamo gente dalle idee stimolanti, come Eden e David” (Rockstar no. 65 del Febbraio 1986)
Ma in un’intervista del 2006 Martin Fry confessò che “a volte gli esperimenti falliscono. Hanno fatto parte del gruppo per circa 20 minuti, ma abbiamo fatto a tempo a fare il cartoon per il video di How To Be A Zillionaire e un paio di altre clips. Non c’era una vera strategia nel prenderli, volevamo solo andare in direzione completamente opposta rispetto a quello che la gente si aspettava da noi. Volevamo fare un disco che fosse completamente sintetico e meccanico. Abbiamo passato molto tempo a sviluppare il sound e dopo aver finito il disco decidemmo che volevamo essere in qualcosa tipo un circo o un film di Fellini. Mark White mi disse – è venuto a parlarmi David Yarritu ed è esile, così mi farà sembrare ancora più alto di quanto non sia. La casa discografica odiava questo approccio, lo odiava veramente, erano scioccati, loro avrebbero voluto che facessimo The Lexicon Of Love part 6, ma fortunatamente, come quando arriva la cavalleria da dietro la collina, è stato il nostro disco che ha venduto di più in America. E nel tempo è stato molto campionato da artisti hip hop.” (livewire’s one on one, @ http://www.concertlivewire.com/interviews/abcint.htm)
Il disco su Rockstar rimediò una solenne e sprezzante stroncatura da parte di Enrico Sisti (Rockstar no. 62 del novembre 1985), e non da meno fu Giampiero Cara su Ciao 2001 (che pure, si noti, era la rivista più indulgente verso l’insipido pop dance di quel periodo): “E’ imbarazzante trovarsi di fronte a un disco del genere. Un naufragio inaspettato ma drammatico, avvenuto con un disco che doveva lanciarli definitivamente e che invece ne affossa con poche possibilità di riscatto le velleità artistiche. How To Be A Zillionaire è uno degli album più brutti degli ultimi anni. Le sue putride radici affondano in un techno-pop dozzinale e senz’anima, ossessivo e martellante fino all’esaurimento nervoso.” (Ciao 2011 no. 48 del 29 novembre 1985)
Su Music invece uno dei critici di più lungo corso, Pino Caffarelli, si scandalizzò di meno e cercò le linee di continuità della parabola artistica degli ABC: “The Lexicon Of Love fu album manifesto del techno-pop: sembra passato un secolo, e son solo tre anni. Quel ritmo liquido, pungente, pressocchè perfetto nella forma, avrebbe lasciato il segno. In Italia si mosse poco, perchè all’epoca il nostro mercato teneva ancora le antenne abbassate. Beauty Stab, progetto ambizioso, si autocondannò invece ad un fiasco commerciale, tutte quelle istanze rock mal si conciliavano con le attese degli edonistici anni ’80. How To Be A Zillionaire è, allora, sintesi delle due esperienze.” (Music no. 74 del dicembre 1985)
Tesi ardita, perchè in realtà How To Be A Zillionaire non ha certamente nulla a che spartire con Beauty Stab, mentre è ben individuabile, pur nelle rilevanti differenze stilistiche, la linea di continuità musicale con il celebrato esordio: se vogliamo, l’unica cosa in comune tra il secondo e questo terzo disco degli ABC è nel rifiuto (assoluto nel primo caso e più blando in questo) a piegarsi alle pressioni di chi avrebbe voluto la ripetizione all’infinito della formula di Lexicon. Ma il disco è inequivocabilmente dance, con una dose di elettronica molto più massiccia, e in qualche tratto dominante, rispetto al passato, e la ben nota abilità di Fry nel maneggiare la melodia a connotare i brani più riusciti. Così si trovano episodi più convenzionali (come Fear Of The World o Vanity Kills) accanto a brani di grande fascino (Be Near Me, Between You And Me e, soprattutto, Ocean Blue); la sintesi tra le due anime si realizza nella title track e nella divertente 15 Storey Halo.
Commercialmente il disco si rivelò un fiasco in UK e, in genere, in Europa, ma sorprendentemente (o forse non tanto) vendette bene negli USA. L’enciclopedia di Rolling Stone, pur confermando il giudizio negativo sul disco nel suo insieme, definisce “favolosamente struggente” il singolo Be Near Me, e (secondo me esagerando) lo considera l’unico brano della carriera degli ABC all’altezza dell’esordio di The Lexicon Of Love (“da qualche parte nella vostra vita dovete trovare un posto per Be Near Me”) (The New Rolling Stone Album Guide, Fireside, New York, 2004).
Da acquistare per completare la discografia del gruppo, molti altri album degli ABC meritano di finire sui vostri scaffali prima di questo.
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Voto: 5,5
Roberto Cappelli