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A PERFECT CIRCLE:  Thirteenth Step (2003)

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Titolo:  THIRTEENTH STEP

 

Artista:  A PERFECT CIRCLE

 

Etichetta:  EMI - VIRGIN

 

Anno:  2003

 

Genere:  HARD ROCK

 

Provenienza:  LOS ANGELES (USA)

 

Formazione:

Maynard KEENAN (vc)

Billy HOWERDEL (ch)

Jeordie WHITE (bs)

Josh FREESE (bt)

 

VOTO: 6,5

Gli A Perfect Circle sono una creatura musicalmente potente ma strutturalmente fragile; la potenza musicale è evidente a chi ascolti le sonorità dure, cupe ed eleganti di questo loro secondo disco, mentre la fragilità è implicita nella natura stessa del gruppo, progetto collaterale per quasi tutti i suoi componenti, a cominciare dal carismatico cantante Maynard Keenan, front-man dei Tool ed animatore, con Billy Howerdel, degli A Perfect Circle solo nei momenti lasciati liberi dai Tool.

D’altro canto, la medaglia che su una faccia porta impressa la debolezza di cui sopra, dall’altro lato, a questa indissolubilmente unita, reca una qualità strumentale di assoluto rispetto (non a caso gli APC vengono comunemente classificati nel novero dei supergruppi): e come potrebbe essere altrimenti, laddove si consideri che tutti i componenti (occasionali) del gruppo hanno solide carriere musicali in formazioni con nomi altisonanti?

Per il secondo album Howerdel è costretto ad un vigoroso rimpasto rispetto alla formazione che aveva (ben) registrato il primo.

Infatti, il chitarrista del primo disco, Troy Van Leuween, si è accasato con i Queens of the Stone Age ed anche l’amica di sempre, Paz Lechantin, si è accordata con Billy Corgan per far parte della prima formazione degli Zwan. Se ne sono andati anche il bassista Danny Lohner e il batterista Tim Alexander, ma niente paura, i nuovi arrivi hanno trascorsi di tutto rispetto: la chitarra passa a James Iha, già con gli Smashing Pumpkins, al basso entra Jeordie White (conosciuto anche con il nome d’arte Twiggy Ramirez) dei Marilyn Manson e alla batteria si accomoda un rinomato session man come Josh Freese.  A conti fatti, la seconda formazione del gruppo è forse tecnicamente ancora più compatta e potente della prima.

L’album esce il 16 settembre 2003 e fa meglio anche del predecessore, esordendo direttamente al 2° posto della classifica di Billboard, vendendo nella prima settimana 231.000 copie, restando in classifica per 78 settimane e diventando disco di platino.

In un’occasione Keenan ha dichiarato che il titolo del disco si riferisce al fatto che il 2003 è stato il tredicesimo anno di permanenza di Keenan a Los Angeles; ma c’è chi ha offerto anche spiegazioni più elaborate partendo da un’altra dichiarazione di Keenan secondo cui il disco “è un album concept in cui ogni canzone affronta il tema della dipendenza da un diverso punto di vista”. L’espressione “tirteenth stepping”, infatti, viene usata dagli alcolisti anonimi (il cui programma di recupero viene detto “12-step program” perché prevede dodici fasi) per indicare la riprovevole proposizione di avances sessuali a persone non ancora uscite dalla dipendenza da alcol.

L’album è cupo e potente, e anche quando l’energia è trattenuta la si sente ribollire nel profondo; ma non è mai forza bruta, né il loro sound si può mai tacciare di rozzezza. Al contrario è evidente che è stata prestata una grande attenzione alla confezione e all’arrangiamento, in modo non comune per gruppi dark.  Questo senza dubbio toglie qualcosa in termini di spontaneità, ed a volte, pur nel quadro di un lavoro senz’altro interessante, si avverte, un senso di inconcludenza dietro la musica ad effetto, come un’acqua che evapora rapidamente, senza lasciare tracce. 

Molti di coloro che hanno recensito il disco hanno sottolineato l’estrema varietà delle suggestioni musicali presenti nel loro sound: effettivamente ascoltandoli non è possibile sottrarsi alla suggestione dei paragoni, ma le influenze sono così disparate che non si può non riconoscere che hanno creato una miscela comunque originale.  

I brani migliori: The Package è giocata sul contrasto tra la lunga introduzione tenuta su di un registro basso, ancorchè vibrante, e l’esplosione delle chitarre metal nella parte centrale: un po’ Led Zeppelin, un po’ Blue Oyster Cult, con il bonus del bel timbro espressivo della voce di Keenan. Anche The Noose parte da una landa remota e poi si allarga con una cadenza anthemica: sicuramente dei Led Zeppelin hanno studiato a fondo la lezione sull’importanza del contrasto tra piano e forte. In Blue si ritrova la caratteristica base vibrante su cui si innesta un crescendo melodico di sapore psichedelico. Un più convenzionale metal contrassegna The Outsider, comunque emozionante in certi cambi di marcia: si comprende che il gruppo non è di grana grossa proprio ascoltando brani meno caratterizzati.  Infine Gravity, una ballata metallica.

I singoli sono Weak And Powerless, Blue e The Outsider.

A Rockstar il disco piace molto, come testimonia l’immaginifica recensione di Fabrizio Massignani: “Nelle dodici tracce che compongono il disco ondate di malinconia moderna salgono come marea maligna di un giorno grigio, mentre la band indaga malesseri e sconfitte miscelando ritmo, scatti, chitarre liquide e la voce devastata di Maynard Keenan, vero menestrello del terrore. Ne scaturisce un sound hard psichedelico morboso e strisciante, che innalza mostri di bellezza con la fuga di Weak And Powerless, l’intricata struttura di The Noose e l’efficacia della nervosa The Outsider.” voto **** (5)

Robert Cherry commentando l’album per Rolling Stone ha scritto: “Gli A Perfect Circle sono uno di quei rari supergruppi, un collettivo di musicisti veterani che insieme effettivamente finiscono per dare qualcosa di più della mera somma delle loro individualità. Thirteenth Step non cerca di costringere gli ascoltatori alla sottomissione, ma li culla con chitarre ronzanti, con un basso profondamente dub e con parti vocali frementi.” (6) voto ***

Di fatto, almeno sino ad oggi (con questi super-gruppi non si può mai dire…) Thirteenth Step è l’ultima prova originale degli A Perfect Circle: il successivo eMOTIVe è infatti un album di cover e dopo di questo, correva l’anno 2004, più nulla.  Un buon disco, che può legittimamente aspirare ad un posto nella vostra discoteca (e che diventa indispensabile se siete cultori del genere).

Voto: 6,5

ROBERTO CAPPELLI

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